IL PENSATOIO REPLICA: ENTUSIASMO E PARTECIPAZIONE

All’Odeon il 9 di novembre

IL PENSATOIO REPLICA: ENTUSIASMO E PARTECIPAZIONE

Pensatoio 2.0: la seconda edizione del Pensatoio (la prima si era svolta nel febbraio scorso) ha confermato la voglia di partecipazione e la necessità di mettersi attorno a un tavolo per progettare la città di domani. Sono stati infatti oltre 50 gli iscritti e simpatizzanti del PD che sabato 9 novembre si sono ritrovati all’Odeon per riflettere e discutere attorno ai temi che riguardano Vigevano e il territorio lomellino, la crisi in cui versano e le potenzialità che esprimono.

Cristina Malfi, ideatrice dell’evento, per offrire un’impronta meno localistica, ha invitato diversi amministratori PD ed esponenti regionali a inviare dei video-messaggi in cui hanno fornito indicazioni di lavoro e suggerimenti di buone pratiche. I problemi, visti dall’osservatorio del Consiglio Regionale, assumono una dimensione più ampia, di sistema. Non è mancato un saluto iniziale della segretaria regionale Silvia Roggiani.

Poi è toccato ai sette gruppi di lavoro, guidati da dei facilitatori, confrontarsi sulle tematiche più calde: dal lavoro ai servizi sociali e politiche giovanili, dalla sanità alla rigenerazione urbana, le infrastrutture e l’ambiente, dalla cultura e turismo alla coesione e integrazione degli stranieri. Le idee emerse sono state tante, impossibile sintetizzarle tutte.  Tra le tante osservazioni è stata messa in evidenza la presenza di tanti edifici che hanno fatto la storia di Vigevano e che oggi sono abbandonati e dismessi, anche in stato di preoccupante degrado. L’ex macello, le ex carceri, l’ex tribunale (quanti ex!), il Cascame, il Colombarone: sono solo alcuni esempi di beni per i quali nessuna amministrazione di destra è riuscita a trovare soluzioni di recupero e valorizzazione. È evidente che è mancata e manca tuttora una visione di ampio respiro della città, ma non ci si può nascondere la complessità di individuare risposte sostenibili da ogni punto di vista. Nei gruppi sono emerse alcune idee, come fare dell’ex macello un centro per l’housing sociale oppure un centro culturale polifunzionale dove si possano tenere laboratori per i giovani e performance dei gruppi artistici locali. Un altro nodo importante di cui si è discusso sono le infrastrutture e il collegamento ferroviario con l’area metropolitana, questione centrale per immaginare il futuro di Vigevano e la sua attrattività. Si è parlato del sostegno all’ipotesi dell’associazione MiMoAl di raddoppio selettivo dei binari, che potrebbe essere una soluzione concreta e con un impatto positivo sulla linea, più probabile che intervenire raddoppiando i binari nei centri di Vigevano e Abbiategrasso, ipotesi molto onerosa e complessa che richiederebbe espropri, procedure e risorse molto ingenti. Il potenziamento della rete ferroviaria avrebbe una ricaduta molto benefica anche sullo sviluppo economico e sulla possibilità di attrarre imprese, lavoratori, giovani e anche turisti. Oggi Vigevano è isolata e paga pesantemente questa realtà in termini di sviluppo del tessuto economico e sociale: le aziende chiudono o se ne vanno, la produzione e i lavoratori calano mentre aumenta il numero dei pendolari. Tutte le amministrazioni comunali degli ultimi 25 anni, né i loro referenti regionali, hanno mai trovato soluzioni per togliere la nostra città da questa situazione di abbandono e degrado.

I lavori dei tavoli proseguiranno, la strada è lunga e non priva di difficoltà. Ma in chiusura, a sorpresa, è giunta la telefonata di Elly Schlein, che ha salutato i militanti e li ha invitati a proseguire nel loro impegno, promettendo di venire a Vigevano in occasione delle prossime elezioni comunali.

Elena Gorini

IL CONSIGLIERE MARCO VASSORI CHIEDE INTERVENTI MIRATI A FAVORE DEI GIOVANI

La risposta securitaria non basta

IL CONSIGLIERE MARCO VASSORI CHIEDE INTERVENTI MIRATI A FAVORE DEI GIOVANI

L’ennesima rissa scoppiata in via Dante ha scatenato le polemiche delle opposizioni e le dichiarazioni rassicuranti del sindaco. Sono diversi negli ultimi tempi gli episodi che si sono verificati nelle vie del centro e che hanno visto come protagonisti giovani, italiani e stranieri, che sono arrivati allo scontro fisico, facendo intervenire le forze dell’ordine e provocando feriti e danneggiamenti. L’Amministrazione minimizza, denunciando la scarsità di uomini e mezzi e l’inefficacia delle norme repressive [cfr. dichiarazioni del sindaco Ceffa su l’informatore del 21 novembre]. Ma quello che la destra non vuole capire è che l’approccio meramente securitario, che pensa solo alla repressione quando si verifica qualche episodio di particolare gravità, non funziona. O, almeno, non è sufficiente. Intanto perché procede a spot e mette in campo interventi sporadici e di pura demagogia (come la sfilata di macchine della polizia la domenica mattina in piazza ducale e la totale mancanza di presidio nelle ore serali, anche durante la settimana). Da qui la percezione di insicurezza che molti cittadini denunciano. In secondo luogo perché non vede che il tema è di grande complessità, ha a che fare con il disagio che molti giovani vivono da tempo e che la pandemia ha solo accelerato. Gli studi mettono in evidenza un fenomeno sfaccettato, che trae alimento da vari fattori: crisi della famiglia e delle agenzie educative tradizionali, infodemia a cui gli adolescenti sono abituati ma che non hanno gli strumenti per gestire correttamente (come la maggior parte degli adulti, del resto), rarefazione dei rapporti sociali, abbandono scolastico e povertà educativa.

Venendo alla realtà vigevanese, più volte i consiglieri comunali Alessio Bertucci, Arianna Spissu e il neo-consigliere Marco Vassori hanno richiamato l’attenzione sul tema, chiedendo alla maggioranza di convocare la preposta commissione  consiliare, chiamare degli esperti e studiare interventi che diano risposte al malessere e al vuoto che caratterizza la giornata di molti ragazzi. Marco Vassori, educatore professionale, in una recente intervista ha chiesto di “discutere della mancanza in città di centri di aggregazione giovanile, andando oltre la politica del pugno di ferro, che non è risolutiva. Bisogna guardare ai bisogni degli adolescenti – è ancora l’opinione di Vassori – e renderli maggiormente protagonisti delle scelte che li riguardano”. 

Anche la questione dei minori stranieri è un tema caldo, a cui non si può rispondere semplicemente di mandarli a casa loro, innanzitutto perché, date le norme vigenti, non è possibile; secondariamente perché fenomeni epocali come l’emigrazione non possono essere liquidati con batture da bar. La totale mancanza di politiche di integrazione, da parte delle Amministrazioni di centro-destra e destra negli ultimi 25 anni, ha generato una situazione potenzialmente esplosiva, fatta di competenza linguistica carente, insuccesso scolastico, marginalità sociale, rischio devianza.

Esistono buone prassi, attuate da Comuni virtuosi in rete con associazioni del terzo settore, per tentare di coinvolgere i giovani, dando nel contempo risposte agli adulti. Serve anche a Vigevano una nuova guida politico-amministrativa, che il PD si candida a incarnare, in grado di mettere in campo una visione più democratica, aperta, inclusiva.

Elena Gorini

LA MAGGIORANZA METTE UNA “PIETRA TOMBALE” SULLA MOZIONE TIGLI DI VIA ROCCA VECCHIA

21 Novembre: giornata nazionale degli alberi

LA MAGGIORANZA METTE UNA “PIETRA TOMBALE” SULLA MOZIONE TIGLI DI VIA ROCCA VECCHIA

Il 21 novembre si è celebrata in Italia la Giornata Nazionale degli Alberi, un’occasione importante per riflettere sul ruolo fondamentale degli alberi e delle aree verdi nel nostro ambiente e nella nostra vita quotidiana. In molte città e comuni, questa giornata si arricchisce di iniziative di sensibilizzazione, piantumazioni, e attività per ricordare il valore ecologico e culturale del patrimonio arboreo. A Vigevano un gruppo di cittadini, associazioni ambientaliste e partiti politici, tra cui il Partito Democratico, si sono mobilitati contro la decisione di abbattere i tigli storici di Via Rocca Vecchia, una fila di alberi che da decenni caratterizza una delle vie più frequentate e amate della città. La decisione è legata a un progetto di riqualificazione stradale che prevede l’eliminazione degli alberi per agevolare il rifacimento del manto dell’ex Mercato coperto.
L’argomento è stato dibattuto in consiglio comunale dove si sono scontrate due opposte visioni del centro città: per l’opposizione la necessità di tutelare il patrimonio costituito dagli alberi, cercando una soluzione alternativa che comprenda anche piazza Sant’Ambrogio, attualmente utilizzata come parcheggio a cento metri da Piazza Ducale; per la maggioranza una decisione imposta dalla necessità di salvaguardare la sicurezza dell’area, visto che i lavori per il rifacimento della soletta andrebbero a compromettere la stabilità degli arbusti. La querelle si trascina da un paio di mesi, quando circa 3 mila cittadini si sono mobilitati firmando una petizione per chiedere la tutela del verde urbano e il diritto della comunità a partecipare ai processi decisionali che riguardano la loro città. Da quel momento è iniziato un iter che ha visto l’Amministrazione assumere atteggiamenti ondivaghi, ora più possibilisti, con aperture di dialogo, ora più rigidi, nel sostenere l’assoluta necessità di precedere al taglio, come certificato dall’ultima perizia agronomica affidata allo studio di Merate Larix Italia. Nell’ultimo Consiglio Comunale il capogruppo della Lega Marco Cividati ha concluso il suo intervento parlando di «pietra tombale sulla mozione e su quanto detto fino ad oggi». Non è però dello stesso parere il presidente della Consulta Ambientale, Massimo Gallina, che afferma: “Secondo la perizia i tigli non sono da abbattere, ma solo da sorvegliare con verifiche di stabilità ogni 2-3 anni”, quindi l’idea è mantenere i tigli come sono e prestare attenzione in corso d’opera. Molte critiche e perplessità sono nate anche dall’iter seguito dal Comune in tutta questa vicenda, che avrebbe dovuto partire da una perizia tecnica su cui fare delle valutazioni, mentre questa è arrivata solo in una seconda fase, dietro alle richieste e sollecitazioni delle opposizioni e della Consulta. C’è poi la questione della sostituzione degli alberi: secondo lo studio della Larix Italia, se verranno abbattuti, i 12 tigli storici dovrebbero essere sostituiti con altrettanti di diametro di 25-30 centimetri, che richiedono attorno un’aiuola adeguata all’apparato radicale e pertanto la eliminazione degli stalli di parcheggio di via Rocca Vecchia. C’è poi la questione della copertura finanziaria, che al momento è parziale, con il rischio di iniziare i lavori e lasciarli in sospeso in attesa di ulteriori fondi. Un déja vu.

                        Elena Gorini

Il nostro territorio ha il primato dei contratti a tempo determinato. LOMELLINA, PROFONDO NORD Riportiamo l’intervento del segretario della CGIL Fabio Catalano Puma in occasione della visita a Vigevano di Cecilia Strada.

Le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori nel nostro territorio sono notevolmente peggiorate negli ultimi vent’anni a causa della modifica del tessuto economico e produttivo della provincia e di una serie di modifiche normative che sono state compiute relativamente al mercato del lavoro. In provincia di Pavia l’80% dei nuovi contratti stipulati è con tipologie precarie (tempo determinato, somministrazione lavoro, ecc.) in Lomellina la situazione è ancora peggiore perché siamo all’85%. Il tema della precarietà riguarda il mercato del lavoro nel nostro Paese e le risposte che sono state date da questo governo vanno nel senso opposto rispetto alla necessità di trovare soluzioni. Il primo provvedimento è stato la reintroduzione dei voucher, che ci hanno riportato a una maggiore precarizzazione; il secondo provvedimento, in vigore dal primo maggio dell’anno scorso, è l’innalzamento della soglia di utilizzo dei voucher a 15.000 euro e la liberazione dell’utilizzo dei contratti a tempo determinato.
Il tema della precarietà è strettamente connesso a un altro aspetto della condizione del lavoro, ovvero quello della retribuzione. Si forma un circolo vizioso per cui più sei precario, più hai contratti a tempo determinato, più hai un lavoro discontinuo e più questi fattori incidono sul tuo livello salariale.
Questo si collega al problema della povertà, con oltre 5 milioni di persone su tutto il territorio nazionale in povertà assoluta.
Il problema salariale è anche determinato dalle scelte che sono state fatte negli ultimi due anni dal Governo Meloni. È sempre accaduto che lo Stato, in quanto datore di lavoro, rinnovasse i contratti nel settore pubblico creando un effetto traino per quelli da rinnovare nel settore privato. Questo governo ha messo invece delle risorse assolutamente insufficienti per poter rinnovare il contratto collettivo nazionale dei dipendenti pubblici. La seconda questione riguarda l’inserimento nel mercato del lavoro e anche qui si devono rimarcare delle situazioni di particolare fragilità. Questo riguarda per esempio il lavoro delle donne: la provincia di Pavia ha il primato negativo per la qualità dell’occupazione femminile caratterizzata da forte precarietà, discontinuità lavorativa e dal fenomeno dei part time involontari (soprattutto in alcuni settori, settore terziario) e ha anche un secondo record di segno negativo, la presenza di NEET, quei giovani che non studiano, non lavorano e non cercano un’occupazione.
Di fronte alle trasformazioni che sono già in corso e a quelle che si verificheranno nei prossimi anni, come la transizione energetica e digitale e l’intelligenza artificiale, occorrono misure per ridurre e contrastare gli effetti negativi sull’occupazione e sulle condizioni dei lavoratori.
Il ruolo di governo dell’Europa rispetto a queste trasformazioni è fondamentale, mentre nel nostro Paese si pensa di poter governare questi processi neanche con una visione nazionale ma con una visione regionale attraverso il progetto dell’autonomia differenziata. È necessario invece costruire un meccanismo comune di tutela della disoccupazione a livello europeo e di sostegno alle varie transizioni. Sotto questo punto di vista la formazione continua per tutte e tutti è fondamentale per costruire quelle competenze che serviranno per le professioni del futuro.
In conclusione, questi temi hanno a che fare anche con la visione di Europa, promuovendo una riforma delle istituzioni europee per garantire un’UE più sociale e democratica, che metta al centro i bisogni delle cittadine e cittadini europei a partire dal lavoro.
Elena Gorini

 

Tari e multe non riscosse – conferenza stampa dei nostri consiglieri

Negli ultimi cinque anni, il comune ha accumulato un’evasione di 21 milioni di euro tra multe e Tari, secondo quanto denunciato dai consiglieri comunali del partito democratico Arianna Spissu, Alessio Bertucci e Marco Vassori. Analizzando i dati degli insoluti dal 2018 al 2023, emerge infatti che il comune non ha incassato somme significative derivanti da sanzioni amministrative e tributi locali. I consiglieri del PD di Vigevano, Arianna Spissu, Alessio Bertucci e Marco Vassori, chiedono ora un’azione decisa contro i “furbetti”. Circa il 50% delle multe non viene pagato, ammontando a circa 10 milioni di euro, mentre l’evasione della Tari si attesta intorno al 19%, pari a circa 1,5-2 milioni di euro all’anno. Molti sindaci del centrosinistra in altri comuni italiani affrontano problemi simili e hanno intrapreso battaglie significative per combattere l’evasione e recuperare fondi da reinvestire sul territorio. Per questo motivo il gruppo consigliare PD di Vigevano intende presentare un’interrogazione in consiglio comunale per chiedere se l’amministrazione sia consapevole di questa evasione e quali misure intenda adottare per recuperare gli insoluti e individuare chi non paga la Tari, le multe e altri tributi. Un altro punto importante: con questi fondi, una volta recuperati, sarebbe possibile erogare gratuitamente servizi come mense o nidi, andando a portare beneficio ai cittadini.

Il canile dimenticato – intervento di Arianna Spissu

La situazione del canile è arrivata al limite: quante volte l’abbiamo segnalato, sentendoci sempre rispondere che sarebbe arrivato il canile nuovo? Il progetto era stato presentato in pompa magna in Consiglio Comunale nel 2019. Applausi e approvazione unanime: e poi? Dimenticato. Hanno stanziato soldi ogni anno, spostandoli sempre sull’anno successivo e poi non li abbiamo più visti. Dimenticato lo stanziamento, dimenticato il progetto, dimenticati cani, dipendenti e volontari del canile. A un certo punto, io e la consigliera Baldina ci siamo arrese all’evidenza e abbiamo chiesto ALMENO di sistemare la struttura esistente, se proprio questi soldi per il canile nuovo non si trovavano da nessuna parte. E allora sono ricominciate le promesse, sempre disattese. Ora che siamo arrivati al limite, però, deve essere la città a muoversi e a chiedere a gran voce che le promesse vengano mantenute. Una società civile e umana si misura anche da queste cose, da come si prende cura degli animali a lei affidati e da come investe per il loro benessere. Sono tante le urgenze a Vigevano e lo sappiamo, ma questa poteva non esserlo ed essere invece gestita negli anni senza arrivare al disastro.

Distretto calzaturiero, il nostro intervento in Parlamento con l’on. Peluffo

“Il governo nazionale guidato dalle destre e le istituzioni locali amministrate dalla Lega non hanno alcuna sensibilità e attenzione per il distretto calzaturiero di Vigevano e della Lomellina, che rappresenta un polo di eccellenze che genera il 7,3 per cento del valore aggiunto sul totale dell’industria pavese. Regione Lombardia non dà seguito all’accordo quadro di sviluppo del 2022 sull’utilizzo dei sostegni economici. Mentre l’esecutivo Meloni non rende disponibili misure, già finanziate dai governi precedenti, o perché mancano i decreti attuativi, mi riferisco ad esempio a Transizione 5.0, oppure stanzia risorse irrisorie, come previsto dalla legge sul Made in Italy che all’articolo 11 stanzia misure per la transizione verde e digitale nel comparto della moda pari a soli 15 milioni di euro. Poca cosa se pensiamo che il settore solo a Pavia fattura centinaia di milioni e conta migliaia di addetti. Ma soprattutto il governo ha scelto di fare ammuina su una nostra precisa richiesta, quella di istituire e convocare un tavolo di crisi con tutte le parti in causa presso il ministero delle Imprese e del made in Italy, a cominciare da Regione Lombardia, per assicurare la sostenibilità produttiva e la salvaguardia dei livelli occupazionali del distretto calzaturiero di Vigevano”.

Editoriale di Arianna Spissu

Care compagne e cari compagni, come sempre accade dopo una tornata elettorale, anche questa volta è il tempo delle analisi. Il PD ha ottenuto un buon risultato e, a dirla tutta, non vince ma convince: ci ritroviamo con percentuali in rialzo grazie alla rinnovata fiducia degli elettori, ma rileviamo ancora grandi distanze tra città e territori. Dall’altra parte – della barricata, del mondo, dell’universo – Fratelli d’Italia spopola e sembra non pagare il fatto di essere al governo, come succede invece di solito nel nostro Paese. D’altro canto, lo splendido risultato di Michele Lissia a Pavia ci racconta che una coalizione determinata, equilibrata e coesa è la carta vincente e la strada da percorrere. Vigevano non è Pavia, ma anche qui gli elettori hanno bacchettato la Lega, partito del Sindaco in carica, relegandola a percentuali al minimo storico: che sia una flessione temporanea o una sentenza sul governo ormai ventennale del centrodestra non è dato ancora saperlo, ma quel che è certo è che qualcosa sta cambiando. Starà a noi cogliere l’occasione e ampliare questa breccia: il prossimo anno in questo senso sarà decisivo.

Salviamo infermieristica a Vigevano!

Abbiamo lanciato una petizione popolare a questo link per chiedere la riapertura delle iscrizioni al primo anno di corso di infermieristica dell’Università di Pavia presso la sede di Vigevano. Questa petizione vuole essere a sostegno della raccolta firme avviata da un gruppo di infermieri e a supporto di tutte le altre azioni intraprese a livello istituzionale da enti, partiti, associazioni e sindacati senza distinzioni. Vuole essere la voce di un territorio troppo spesso non ascoltato. In questo momento di emergenza sanitaria e di oggettiva carenza di infermieri in tutte le strutture sia pubbliche sia private, comprese le RSA, non ci sembra né logico né attuale ridurre il numero di potenziali nuovi infermieri nella provincia di Pavia. E’ sotto gli occhi di tutti la fondamentale funzione dell’assistenza infermieristica e la sede di Vigevano rappresenta un punto di riferimento non solo per la nostra città ma per tutto il territorio lomellino e pavese, dato che gli studenti, per il periodo di tirocinio, vengono accolti nelle strutture di Vigevano, Mede, Mortara, Pavia e Voghera, aggiungendosi agli infermieri di ruolo e dando un supporto in strutture in cui manca storicamente personale.
La petizione è aperta a tutti i cittadini e tutti i partiti, le associazioni, gli enti, i sindacati del territorio che la condividono possono sottoscriverla contattandomi in privato, in modo da pubblicare una lista completa a sostegno.

Vigevano 20-30

Abbiamo siglato insieme ad altre forze politiche e civiche, l’adesione a Vigevano 20-30, un aggregatore programmatico in vista delle elezioni comunali di Vigevano del 2020. Le firme sono state di: Pd, Polo Laico, Articolo Uno, Vigevano Rinasce, Equilibrio, Valerio Bonecchi (Indipendente), Alcide Brunelli (Indipendente). L’obiettivo di queste forze è quello di creare una vera alternativa a questa amministrazione comunale e a Andrea Ceffa, candidato sindaco per la Lega. A questo link Vigevano 20 – 30 potete leggere il documento ufficiale siglato da queste forze.