IL CONSIGLIERE MARCO VASSORI CHIEDE INTERVENTI MIRATI A FAVORE DEI GIOVANI
L’ennesima rissa scoppiata in via Dante ha scatenato le polemiche delle opposizioni e le dichiarazioni rassicuranti del sindaco. Sono diversi negli ultimi tempi gli episodi che si sono verificati nelle vie del centro e che hanno visto come protagonisti giovani, italiani e stranieri, che sono arrivati allo scontro fisico, facendo intervenire le forze dell’ordine e provocando feriti e danneggiamenti. L’Amministrazione minimizza, denunciando la scarsità di uomini e mezzi e l’inefficacia delle norme repressive [cfr. dichiarazioni del sindaco Ceffa su l’informatore del 21 novembre]. Ma quello che la destra non vuole capire è che l’approccio meramente securitario, che pensa solo alla repressione quando si verifica qualche episodio di particolare gravità, non funziona. O, almeno, non è sufficiente. Intanto perché procede a spot e mette in campo interventi sporadici e di pura demagogia (come la sfilata di macchine della polizia la domenica mattina in piazza ducale e la totale mancanza di presidio nelle ore serali, anche durante la settimana). Da qui la percezione di insicurezza che molti cittadini denunciano. In secondo luogo perché non vede che il tema è di grande complessità, ha a che fare con il disagio che molti giovani vivono da tempo e che la pandemia ha solo accelerato. Gli studi mettono in evidenza un fenomeno sfaccettato, che trae alimento da vari fattori: crisi della famiglia e delle agenzie educative tradizionali, infodemia a cui gli adolescenti sono abituati ma che non hanno gli strumenti per gestire correttamente (come la maggior parte degli adulti, del resto), rarefazione dei rapporti sociali, abbandono scolastico e povertà educativa.
Venendo alla realtà vigevanese, più volte i consiglieri comunali Alessio Bertucci, Arianna Spissu e il neo-consigliere Marco Vassori hanno richiamato l’attenzione sul tema, chiedendo alla maggioranza di convocare la preposta commissione consiliare, chiamare degli esperti e studiare interventi che diano risposte al malessere e al vuoto che caratterizza la giornata di molti ragazzi. Marco Vassori, educatore professionale, in una recente intervista ha chiesto di “discutere della mancanza in città di centri di aggregazione giovanile, andando oltre la politica del pugno di ferro, che non è risolutiva. Bisogna guardare ai bisogni degli adolescenti – è ancora l’opinione di Vassori – e renderli maggiormente protagonisti delle scelte che li riguardano”.
Anche la questione dei minori stranieri è un tema caldo, a cui non si può rispondere semplicemente di mandarli a casa loro, innanzitutto perché, date le norme vigenti, non è possibile; secondariamente perché fenomeni epocali come l’emigrazione non possono essere liquidati con batture da bar. La totale mancanza di politiche di integrazione, da parte delle Amministrazioni di centro-destra e destra negli ultimi 25 anni, ha generato una situazione potenzialmente esplosiva, fatta di competenza linguistica carente, insuccesso scolastico, marginalità sociale, rischio devianza.
Esistono buone prassi, attuate da Comuni virtuosi in rete con associazioni del terzo settore, per tentare di coinvolgere i giovani, dando nel contempo risposte agli adulti. Serve anche a Vigevano una nuova guida politico-amministrativa, che il PD si candida a incarnare, in grado di mettere in campo una visione più democratica, aperta, inclusiva.
Elena Gorini